DDL semplificazioni: una pericolosa delega in bianco al Governo per intervenire sui settori della conoscenza

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Il DDL 1192Misure per la semplificazione normativa e il miglioramento della qualità della normazione e deleghe al Governo per la semplificazione, il riordino e il riassetto in determinate materie” sta proseguendo il suo iter al Senato. Avevamo già lanciato l’allarme nel mese di giugno scorso sui contenuti di un provvedimento che con l’obiettivo della semplificazione normativa rischia di consegnare una delega in bianco al Governo su aspetti importanti come gli organi collegiali per la scuola e il rapporto di lavoro per ricerca, università e Afam. Lo strumento normativo utilizzato è una legge delega che però da un lato contiene enunciazioni troppo generali e non ha direttive vincolanti, limitatrici della discrezionalità del Governo nella definizione della disciplina delegata, dall’altro la sua stessa qualificazione di “legge annuale per la  semplificazione” con la definizione dei principi e dei criteri direttivi generali per l’esercizio delle deleghe legislative, mal si concilia con il contenuto degli art. 8 e 11 che prevedono interventi veri e propri di riforma e non di semplificazione o di riordino.

Per queste ragioni abbiamo presentato alle forze politiche una serie di proposte emendative che sinteticamente elenchiamo.

Abbiamo chiesto la soppressione delle lettere d) ed e) dell’art. 8 comma 1 laddove si prevede il riordino e riassetto degli organi consultivi del Ministero dell’istruzione e del merito e la revisione fermo restando il principio dell’autonomia scolastica, della disciplina degli organi collegiali della scuola, in modo da definirne competenze e responsabilità, eliminando duplicazioni e sovrapposizione di funzioni, nonché ridefinendone il rapporto con il ruolo, le competenze e le responsabilità dei dirigenti scolastici. Riteniamo che l’obiettivo di questo intervento sia la riforma degli organi di partecipazione democratica della scuola sotto l’alibi della semplificazione normativa. Inaccettabile che questo avvenga alla chetichella senza una discussione pubblica con l’unico fine di limitare il potere degli organi collegiali e in particolare il collegio dei docenti e costruire un governo più gerarchico della scuola.

Soppressione delle parole “in materia di stato giuridico ed economico” nelle lettere d), g) h) dell’art. 11 comma 1 relative al riordino e razionalizzazione della normativa per il personale di Afam, enti pubblici di ricerca e università. Anche in questo caso infatti questo caso sembra che dietro l’alibi del riordino (?) si invade lo spazio delegato alla contrattazione collettiva, profilando sostanzialmente la rilegificazione del rapporto di lavoro.


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