Dimensionamento scolastico, in Abruzzo prosegue la politica dei tagli

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A cura della FLC CGIL Abruzzo Molise

Un ennesimo taglio, sbagliato nel merito e nel metodo. È questa la sintesi più efficace del provvedimento con cui la Giunta regionale ha approvato il piano di dimensionamento scolastico della regione Abruzzo, decretando la soppressione e l’accorpamento di 5 istituzioni scolastiche (tre per la provincia di Chieti e due per quella di Teramo).

Come è noto, in seguito alla modifica dei parametri avvenuta con la legge di bilancio 2023, la nostra regione già nell’a.s. 2024/25 ha perso 7 Istituzioni scolastiche, ora si appresta a tagliarne 5 ma sono previsti ulteriori accorpamenti nel prossimo anno, fino ad arrivare ad un taglio totale di 13 istituzioni scolastiche nell’a.s 2026/27.

Un taglio è sempre un taglio, che risponde a logiche di bilancio: non capiamo davvero come si possa far passare questo ridimensionamento come un provvedimento che mira a rispondere alle esigenze dei territori e a garantire la qualità dell’offerta formativa. A maggior ragione se vediamo che le stesse Province non erano d’accordo su questi accorpamenti, che quindi vengono decretati senza la condivisione delle realtà territoriali.

Inoltre, non è vero che non ci saranno conseguenze per il sistema d’istruzione regionale: ci saranno contrazioni di organico, in particolare ATA, senza dimenticare che le autonomie scolastiche accorpate spesso inglobano molti indirizzi, che si compongono talora con decine di plessi anche assai distanti fra loro, rendendo molto complesse le relazioni da tenere con le istituzioni locali, in modo da trasformare autonomie scolastiche vocate alla didattica in enti a prevalente funzione amministrativa.

Lo abbiamo detto anche in tutti i tavoli (provinciali e regionali) in cui siamo stati convocati: quella del dimensionamento scolastico è una problematica complessa, che deve essere affrontata in tempi distesi con il coinvolgimento degli Enti locali, delle Istituzioni, delle OO.SS. Intervenire con un nuovo provvedimento di “ri-dimensionamento scolastico”, senza aver fatto preliminarmente una dettagliata analisi dell’offerta formativa regionale, che parta dall’analisi dei flussi demografici, dell’edilizia scolastica e dei trasporti, rischia di portare ad una semplice sommatoria algebrica di istituzioni scolastiche, per rispondere ad una mera logica numerica. Contestualmente al piano di dimensionamento, infine, dovrebbe aprirsi una discussione regionale su tutto il sistema dell’offerta formativa territoriale, sul raccordo con l’ITS, sul diritto allo studio e sul riordino della formazione professionale.

Noi riteniamo, in sintesi, che sia sbagliato rassegnarsi all’ineluttabilità dei tagli, effettuati con criteri che penalizzano le aree interne e i territori con forte decremento democratico come quelli abruzzesi. Piuttosto che limitarsi a tagliare, la Regione, i rappresentanti degli Enti Locali e tutti i rappresentanti politici nazionali dovrebbero battersi tutte le sedi per ottenere un riconoscimento delle specificità territoriali e scongiurare ridimensionamenti.

Ci mobiliteremo in ogni modo per cercare di salvaguardare ogni singola Istituzione scolastica, a partire dallo sciopero generale di venerdì 29 novembre, dove saremo in piazza insieme alla confederazione nelle manifestazioni di:

  • Pescara (p.zza Italia, ore 10:00),
  • Teramo (Largo S. Matteo, ore 10:30),
  • Chieti (Largo G.B Vico, ore 10:30) e
  • L’Aquila (p.le dell’Emiciclo, ore 9:30),

per rivendicare investimenti (e non tagli) nei nostri settori.


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