FLC CGIL Vicenza: no alla militarizzazione delle scuole

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A cura della FLC CGIL di Vicenza

È proprio di questi giorni la notizia secondo la quale l’ufficio territoriale di Vicenza, Ufficio Ambito VIII, abbia sottoscritto presso la caserma dei carabinieri “Chinotto”, un protocollo d’intesa che consente agli studenti e alle studentesse vicentini/e di svolgere PCTO con i militari per approfondire le lingue straniere, la cooperazione internazionale, la geopolitica e, soprattutto, la sicurezza del nostro Paese.

Partendo da quest’ultimo episodio, la FLC CGIL di Vicenza segnala l’esigenza di porre un freno al moltiplicarsi di iniziative volte a sancire accordi o intese, tra i rappresentanti dei Ministeri della Scuola e della Difesa, volte a istituzionalizzare la cultura bellica negli istituti scolastici di ogni ordine e grado.

È ormai da diversi anni che sia all’interno che fuori dalle scuole, si sta intensificando in maniera secondo noi preoccupante la presenza di appartenenti alle forze armate e di militari, uomini e donne, che attraverso iniziative varie tengono conferenze o lezioni di vario tipo relative alla sicurezza, alla legalità o, per così dire, alla pace.

Noi riteniamo che la scuola negli ultimi vent’anni abbia subito profonde e radicali trasformazioni. Ma in modo particolare negli ultimi due anni, ad opera di questo governo e del suo Ministro, Giuseppe Valditara, in modo lento, graduale e calati dall’alto, sono stati apportati profondi cambiamenti che ne stanno destrutturando la sua originaria vocazione costituzionale.

Molte sono state le azioni messe in atto volte a limitare la libertà di pensiero di studenti, studentesse e di insegnanti cercando di canalizzarle verso una svolta autoritaria e anti democratica, piegata alle logiche del mercato e di scuola Azienda.

Per questi ed altri motivi e di fronte all’ennesimo tentativo di militarizzazione delle scuole, la FLC CGIL di Vicenza esprime la ferma contrarietà ai tentativi di militarizzazione che stanno avanzando all’interno delle scuole italiane e, nell’ultimo periodo in particolare, negli istituti scolastici del Veneto e del vicentino, dove da diversi anni si sono moltiplicate le iniziative dentro e fuori delle scuole.

Proposte di visite guidate ad industrie belliche, attività di PCTO, protocolli d’intesa tra USR/USP e forze armate, non possono in alcun modo essere parte del percorso di crescita e apprendimento degli studenti e delle studentesse.

Servono, invece, percorsi di educazione alla pace ed alla legalità, attività volte all’inclusione, alla solidarietà sociale, al rispetto delle regole democratiche, che abbiano come finalità lo sviluppo del pensiero critico delle nuove generazioni al fine di promuovere la capacità dei singoli di autodeterminarsi per diventare cittadini liberi e consapevoli.

La scuola è e deve rimanere luogo di trasmissione di pace e democrazia, come sancito dall’art.11 della Costituzione italiana.


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