Martedì 12 novembre 2024, con il comunicato stampa n. 103, il Consiglio dei ministri ha informato che è stato approvato, in esame definitivo, il Regolamento concernente la formulazione del quadro orario degli insegnamenti e degli specifici risultati di apprendimento del percorso liceale del Made in Italy (LMI), integrativo del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89.
Lo schema di DPR era stato trasmesso alla Presidenza del Senato e della Camera il 1° ottobre 2024 e assegnato poi alla 7ª Commissione (Cultura) in sede consultiva e alla 5ª Commissione (Bilancio) in sede di osservazioni del Senato e della Camera. Si tratta delle indicazioni già presentate ai sindacati il 24 maggio 2024. Riepiloghiamo di seguito i contenuti complessivi del nuovo indirizzo, in base alla versione consegnata alle Presidenze di Camera e Senato.
Istituzione del Liceo del Made in Italy
La legge 206 del 27 dicembre 2023 istituisce, a partire dall’a.s. 2024/2025, il percorso liceale Made in Italy nell’ambito dell’articolazione del sistema dei licei. Il regolamento provvede alla definizione del quadro orario degli insegnamenti e degli specifici risultati di apprendimento. A tal fine sono state apportate le necessarie modifiche al D.P.R. n. 89/2010. Si specifica nell’articolato che il percorso del liceo del Made in Italy è indirizzato allo studio delle scienze economiche e giuridiche collegate alla promozione, gestione e valorizzazione degli specifici settori produttivi del made in Italy.
Fondazione “imprese e competenze”
La Fondazione denominata “Imprese e competenze”, istituita con la L.206/23, ha il compito di assicurare il supporto al potenziamento e all’ampliamento dell’offerta formativa, in coerenza i diversi settori produttivi e le realtà territoriali, con particolare riferimento alle attività laboratoriali e alle interazioni con il mondo delle imprese.
Monitoraggio e valutazione
È costituito un tavolo nazionale interministeriale di monitoraggio e valutazione per il liceo del Made in Italy, coordinato dal Ministero dell’istruzione; ne fanno parte anche regioni, enti locali e parti sociali. Il tavolo si avvale dell’assistenza tecnica di INVALSI e INDIRE.
Le novità ordinamentali
- È previsto l’insegnamento dei contenuti di una disciplina nella lingua straniera 1 (CLIL) nel terzo, quarto e quinto anno di corso per almeno un terzo del monte ore annuale della disciplina individuata.
- L’orario annuale delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti, come già per i Licei Scientifico, Linguistico e delle Scienze Umane è di 891 ore nel primo biennio e di 990 nel secondo biennio e nel quinto anno.
- La scansione del PCTO /ex alternanza scuola-lavoro) contempla, addirittura, l’anticipo al secondo anno del primo biennio.
- Vengono eliminate 3 ore settimanali per la disciplina “Scienze umane”, attualmente prevista per il LES in tutto il quinquennio (-99 ore per ogni anno).
- Viene modificata la disciplina “Diritto ed economia politica”, (presente nei LES per 99 ore annuali per i cinque anni) che scompare e lascia il posto a quattro distinte discipline: “Diritto” ed “Economia politica” nel primo biennio e “Scienze giuridiche per il made in Italy” e “Scienze economiche per il made in Italy” nel secondo biennio e il quinto anno (per un totale di 198 ore per ogni anno, per i cinque anni).
- Viene ridotta a 2 ore la disciplina “Lingua e cultura straniera 2”, rispetto alle 3 presenti nel piano di studi del LES.
- Viene introdotta la disciplina “Storia dell’arte e del design” presente dal primo biennio per un’ora a settimana e per due ore a settimana in terza, quarta e quinta classe.
- Sono individuate 180 ore di attività di laboratorio interdisciplinare all’interno del monte ore annuale: 30 ore al secondo anno, 40 al terzo, 50 al quarto e 60 al quinto, suddivise equamente tra i due laboratori:
- laboratorio interdisciplinare “Cultura e comunicazione del made in Italy” di ambito umanistico-linguistico;
- laboratorio interdisciplinare “Dai distretti ai mercati globali: strumenti e strategie per il made in Italy” di ambito scientifico- giuridico-economico.
Il nostro commento
Fin dalla prima ora, la FLC CGIL ha manifestato la propria contrarietà all’idea di un percorso di studi che nasce con una ambizione formativa estremamente povera, che intende costruire un percorso di studi in vista dell’allineamento tra la domanda e l’offerta di lavoro, con l’individuazione di conoscenze, abilità e competenze connesse specificatamente al made in Italy. Altre e più ambiziose dovrebbero essere le esigenze formative del sistema di istruzione, a fronte della complessità dei contesti culturali, sociali e relazionali in cui si trovano immersi le ragazze e i ragazzi del nostro tempo; ben più ambiziose dovrebbero essere anche in riferimento alle competenze professionali che, sempre più si rivolgono a contesti globali, sia nella domanda che nell’offerta di lavoro e che richiedono non la riproduzione dell’esistente, ma l’introduzione di abilità e conoscenze nuove e innovative in un mondo sempre più digitale e green. La FLC CGIL, inoltre, considera pericoloso, rispetto all’autonomia professionale e all’autorevolezza del Collegio, il ruolo della Fondazione “Imprese e competenze per il Made in Italy”, che “assicura il supporto al potenziamento e all’ampliamento dell’offerta formativa”.
Di seguito le principali criticità:
le indicazioni nazionali, pur se prevalentemente riferite alla elaborazione di contenuti su una immagine retorica del Made in Italy, piuttosto che alla costruzione di un profilo educativo, culturale e professionale, sono inattuabili con la parcellizzazione proposta.
Le variazioni effettuate nei piani orario sono minimali rispetto al DPR 89/2010 e l’offerta formativa non è stata sostanzialmente ampliata, nonostante le altisonanti intenzioni. Purtroppo, però, a causa di questi pur minimi spostamenti la classe di concorso A-18 Filosofia e Scienze umane ne esce seriamente penalizzata. La FLC CGIL ha già ribadito la incomprensibile esclusione, presente anche in altri indirizzi liceali, della classe di concorso A-21 Geografia rispetto all’insegnamento di “Storia e Geografia”.
Rispetto all’aumento delle ore dedicate ai PCTO, come FLC CGIL consideriamo irricevibile l’introduzione di ben 20 ore al 2° anno, che è un unicum nel panorama degli ordinamenti: gli studenti non hanno ancora iniziato le discipline caratterizzanti (scienze giuridiche per il made in Italy e scienze economiche per il made in Italy) pertanto non potranno già aver maturato la “vocazione dei settori e dei territori” da “coniugare” agli studi. Essendo ancora nel biennio obbligatorio, non hanno alcuna necessità di svolgere PCTO dal momento che non hanno consolidato le basi specifiche su cui far crescere l’esperienza.
Inoltre, l’introduzione di 180 ore di attività dei Laboratori interdisciplinari rimane un tema critico perché il piano-orario non risponde affatto a chiarirne lo svolgimento: per gli studenti rientrano nel monte-ore annuale dal 2° al 5° anno, ma non è chiaro se per i docenti sia prevista attività in compresenza oppure si tratta di una diversa denominazione dell’insegnamento curricolare assegnato a ciascun docente. In tal caso l’introduzione obbligatoria di queste modalità rappresenterebbe una lesione delle competenze specifiche degli organi collegiali per cui ne andrebbe complessivamente ripensato complessivamente l’impianto. Secondo l’amministrazione si tratta di una semplice metodologia didattica affidata all’autonomia degli insegnanti.
Infine, i numeri definitivi delle iscrizioni al Liceo del Made in Italy per l’a.s. 2024/25 hanno confermato il sostanziale fallimento di tutta l’operazione: 506 alunni distribuiti su 30 classi sul territorio nazionale.
La FLC CGIL ribadisce la propria contrarietà ad un progetto di scuola, presente nel Liceo del Made in Italy, così come nella Filiera tecnologico-professionale, che persegue una malcelata visione ideologica in cui la funzione primaria del sistema di istruzione, quella formazione globale del cittadino, viene piegata alle esigenze dell’impresa e all’idea di studentesse e studenti trasformati in risorse umane.
A tal riguardo, la FLC CGIL rinnova l’invito rivolto ai Collegi dei docenti a valutare attentamente le ricadute di eventuali adesioni al percorso liceale del Made in Italy sia per le ricadute sugli organici di scuola che, soprattutto, sulla qualità e sul valore formativo proposto dal nuovo percorso che di fatto antepone i bisogni formativi del sistema delle imprese del territorio relativizza il ruolo dei docenti e delle autonomie scolastiche nella loro libera progettazione formativa perché, con una logica prescrittiva, impone l’attivazione di due laboratori interdisciplinari limitando la sperimentazione e individuazione di adeguate esperienze metodologiche.
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