Lombardia: scuole nel caos e diritto allo studio dimezzato nel mese di settembre

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A cura della FLC CGIL Lombardia

Potremmo snocciolare i dati e, riportando i dati comunicati dall’USR Lombardia il 29 agosto, sottolineare che soltanto 4.477 immissioni in ruolo per i docenti sono andate a buon fine, su un contingente di 6.076 posti messi a disposizione per la prima fase di nomina. Vuol dire che solo il 76% dei posti sono stabilizzati, di questi ben 2.003 da GPS di prima fascia (quindi con contratto a tempo determinato) e 980 da call veloce.

Questo vuol dire che in Lombardia i tanto sbandierati concorsi ad oggi hanno un impatto bassissimo, del 33%.

Ma al di là dei dati, quello che non va bene è il clima di incertezza e di disagio che regna nelle scuole: non c’è chiarezza nei dati, nei tempi, nelle ragioni di alcuni decreti. Manca cioè quel presupposto di informazione e coinvolgimento di tutte le professionalità scolastiche: non si può organizzare il diritto allo studio ed al lavoro sperando che l’algoritmo oggi funzioni, che ci sia stato il tempo per prenotare le graduatorie, che ci sia la disponibilità a non fruire delle ferie per poter far funzionare la macchina della pubblica amministrazione.

Abbiamo assistito a nomine sospese, perché bisognava rettificare le graduatorie; accantonamenti che sono rimasti tali, perché la seconda fase non ha portato i docenti agognati dopo un mese di attesa; operazioni ripetute, riviste, corrette; scuole con orario ridotto ancora oggi, dopo ben 3 settimane dalla prima campanella (ma la Scuola dell’Infanzia ha cominciato a ranghi ridotti il 5 settembre).

In quasi duecento scuole mancano ancora i DSGA, e 203 scuole hanno il dirigente scolastico in reggenza.

Fatichiamo a dire che “va tutto bene”, anzi fatichiamo a capire chi vuole dire che “va tutto bene”. Sicuramente siamo vicini ai funzionari ed alle segreterie che stanno svolgendo un lavoro immane per la mole di posti da coprire in Lombardia (erano quasi 30.000 all’inizio dell’anno, ad oggi ne restano ancora almeno la metà).

Sicuramente siamo vicini al personale scolastico che sta operando in un continuo stato d’emergenza: ecco, forse il prossimo concorso potremmo organizzarlo con la “Croce rossa”, perché a Scuola ormai si vive in continua apnea, emergenza e grazie alla professionalità del personale.

La Scuola merita maggior rispetto: rinunciamo volentieri ai riflettori della propaganda dei PNRR e delle rivoluzioni copernicane e ci accontentiamo di un’azione reale, silenziosa e concreta di supporto per rafforzare gli organici, per rendere i concorsi trasparenti e sostenibili, per avere maggiori certezze sui tempi delle nomine.

Questo chiediamo, per il futuro del nostro Paese.


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