Revisione fasce di complessità delle scuole. Che fine ha fatto il confronto?

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Il 29 maggio scorso, dopo aver precedentemente espresso la volontà di mantenere per il prossimo a.s. gli indici di complessità delle istituzioni scolastiche, il ministero ha inaspettatamente avviato il confronto per la loro revisione, presentando un documento – proposto da ANP ed esplicitamente fatto proprio dall’amministrazione –  che introduce ulteriori indicatori e parametri non previsti dai CCNL di riferimento, tra cui l’entità dei finanziamenti per funzionamento e FMOF, l’attribuzione dell’incarico di scuola capofila per la formazione e di scuola capofila per gli ITS, l’indicatore ESCS sullo status economico-sociale dell’utenza, modifica significativamente i rapporti numerici tra gli indicatori e aumenta il punteggio complessivo dagli attuali 134 a 171 punti, stravolgendo totalmente l’attuale graduazione delle scuole, che già subirà gli effetti del dimensionamento.

Sono trascorsi 20 giorni da quell’incontro e il tavolo di confronto non è stato più riconvocato, in aperta violazione della tempistica prevista dal CCNL dell’Area Istruzione e Ricerca.

Quali i motivi? Ulteriori ripensamenti a seguito della verifica degli effetti che la revisione potrebbe comportare oppure intenzione di adottare il decreto facendo inutilmente decorrere i 15 giorni previsti per il confronto?

Ci chiediamo cosa ne sia dell’impegno del ministro a far sì che ogni dirigente conosca esattamente la fascia di complessità delle scuole e la retribuzione di parte variabile ad essa collegata entro i termini per le operazioni di mobilità fissati quest’anno al 25 giugno.

Ci chiediamo cosa ne sia dell’impegno del ministro ad evitare per il futuro incertezze retributive e lo spettro della restituzione di parti dello stipendio, dal momento che l’eventuale revisione dei parametri di complessità determinerebbe a cascata il ritardo della sottoscrizione definitiva del CCNI e la conseguente ultrattività delle retribuzioni di parte variabile anche per le migliaia di dirigenti scolastici che subiranno un declassamento a partire dal 1° settembre 2024.

Quello che sappiamo con certezza è che la proposta dell’amministrazione, con le attuali risorse del FUN, provocherà una pesantissima penalizzazione retributiva per più di mille dirigenti scolastici, attualmente ignari della sorte che li attende.

La revisione delle fasce, che pure congiuntamente all’atto della firma del primo CCNI avevamo auspicato, prevede un dettagliato lavoro di analisi e comparazione tra tutti gli indicatori e i punteggi assegnati che disponga del tempo necessario e della volontà delle parti per avviarlo.

Non può ridursi all’individuazione di ulteriori punteggi e nuovi parametri (non previsti dal CCNL) da aggiungere ai precedenti, determinando ulteriori squilibri anziché eliminarli.

A nessuno sfugge l’intento strumentale di un’operazione illogica e insensata, finalizzata esclusivamente a proporre la drastica diminuzione delle scuole poste nella fascia più alta, senza nessuna considerazione della complessità del lavoro che svolgono in questo momento tutti i dirigenti scolastici.

In una nota congiunta al capo di Gabinetto del Ministro Recinto e ai Capi Dipartimento Greco e Palumbo FLC GIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA RUA e SNALS CONFSAL denunciano i rischi dell’operazione e confermano la loro determinazione a fermare una proposta di revisione delle fasce insensata e penalizzante di cui né l’amministrazione né le scuole, tantomeno i dirigenti scolastici, hanno bisogno in questo momento.

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FLC CGIL

CISL Scuola

UIL Scuola Rua

SNALS Confsal

Prof.  Giuseppe Recinto
Capo di Gabinetto del Ministro

Dott. Carmela Palumbo
Capo Dipartimento per il sistema
educativo di istruzione e formazione

Dott. Jacopo Greco
Capo Dipartimento per le risorse umane,
finanziarie e strumentali

Oggetto: confronto su indici di complessità istituzioni scolastiche

In attesa di una nuova convocazione per la prosecuzione del confronto sugli indici di complessità delle istituzioni scolastiche, le scriventi Organizzazioni Sindacali ribadiscono la loro ferma contrarietà alla proposta presentata nell’incontro del 29 maggio scorso che, con le attuali risorse del FUN, potrebbe determinare la drastica riduzione del numero delle istituzioni scolastiche collocate in prima fascia e un consistente aumento di quelle in terza fascia, con il conseguente decremento della retribuzione di posizione parte variabile per un gran numero di dirigenti scolastici.

A un anno dalla firma del primo contratto integrativo nazionale, dopo aver convintamente sostenuto l’introduzione di fasce nazionali che eliminassero le profonde differenze retributive tra i dirigenti scolastici consolidando le loro retribuzioni, le scriventi Organizzazioni Sindacali si trovano ora a dover difendere i risultati ottenuti, per assicurare al numero più ampio possibile di dirigenti scolastici migliori condizioni retributive.

Esprimono pertanto contrarietà nei riguardi di soluzioni parziali e di natura contabile e tecnica che trovano la propria rappresentazione in una distribuzione “gaussiana” della complessità delle istituzioni scolastiche che difficilmente può essere ridotta a grafici e calcoli statistici.

Ritengono invece che l’impegno di chi rappresenta la dirigenza scolastica debba essere quello di garantire – non a pochi privilegiati ma a tutti – l’innalzamento dei livelli retributivi, per renderli adeguati ai compiti e alle responsabilità che quotidianamente i dirigenti scolastici sono chiamati ad assumere.

Posizione, questa, che sosterranno in fase di confronto, a tutela dei dirigenti scolastici che con impegno e professionalità garantiscono la funzionalità delle scuole italiane

Roma, 17 giugno 2024

FLC CGIL

CISL Scuola

UIL Scuola Rua

SNALS Confsal


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