Apprendiamo dal quotidiano locale che la scelta del Liceo Galilei di Trieste di destinare in via sperimentale uno dei servizi igienici della scuola ad essere fruito in modo neutrale rispetto al genere ha scatenato le reazioni contrarie dell’Assessora regionale all’Istruzione e della Dirigente del USR del Friuli Venezia Giulia, la questione è stata portata anche in Parlamento, facendone un caso nazionale.
Già in passato la politica si è indebitamente intromessa nelle scelte didattiche delle scuole: ricordiamo da ultimo l’episodio che a maggio ha coinvolto l’Istituto Comprensivo Italo Svevo di Trieste, reo di aver voluto organizzare un incontro sulle migrazioni. I casi nel resto del Paese non si contano.
Come FLC CGIL stigmatizziamo queste indebite pressioni della politica sull’autonomia delle scuole, e ci preoccupa che a esercitarle sia proprio quella parte politica che sostiene il progetto di autonomia differenziata che potrà attribuire alle Regioni maggiori poteri legislativi e di controllo anche in materia di istruzione. Se il buongiorno si vede dal mattino, questi fatti ci convincono ancora di più della necessità di abrogare quella legge con il referendum, anche per tutelare l’autonomia delle istituzioni scolastiche del nostro Paese.
Ci saremmo aspettati pari impegno e zelo da parte dei parlamentari locali su decisioni ad impatto ben più rilevante, come nel caso del dimensionamento scolastico e del connesso taglio di ben 12 Dirigenti Scolastici e 12 DSGA, scuole con insegnamento lingua slovena incluse.
La scelta del Galilei è organizzativa, ma fa anche parte di un progetto di inclusione ed educazione alla diversità e rispetto delle differenze. Queste sterili polemiche nascondono una pervicace volontà di non consentire percorsi scolastici di educazione sessuale, affettiva e al rispetto delle differenze: la battaglia contro la violenza di genere e omolesbobitransfobica la si intende contrastare solo con strumenti penali e repressivi (la propaganda, ancora), ma non sia mai che si pongano in essere provvedimenti che affrontino in chiave di prevenzione i fenomeni di violenza ai quali continuiamo ad assistere e che sono in crescita tra le generazioni più giovani.
Saranno le comunità scolastiche (docenti, ATA, studenti e famiglie) a stabilire i percorsi più adatti, non certamente gli interventi ideologici di esponenti politici, che poco o nulla sanno delle scuole e dei loro problemi e che farebbero meglio a occuparsi di evitare la riduzione delle autonomie scolastiche, superare il problema della carenza di personale docente e ATA e trovare le risorse per pagare in modo adeguato il personale e mettere in sicurezza gli edifici che troppo spesso sono in condizioni non dignitose.
La FLC CGIL continuerà ad essere al fianco di chi si batte per una scuola accogliente per tutte e tutti, per percorsi educativi che insegnino il valore del rispetto e della valorizzazione delle differenze.
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