Roma, 27 maggio – La settimana scorsa il Senato ha approvato, nel quadro della legge di conversione del cosiddetto Decreto Valditara (DL 45/2025), l’inserimento nel precariato della ricerca di due altre due figure: un Incarico post-doc con compiti didattici e un Incarico di ricerca che di fatto ripropone gli Assegni di ricerca in università, EPR e AFAM. La norma, presentata tra gli altri dai Senatori Occhiuto e Cattaneo, nella discussione parlamentare e sui media è sembrata raccogliere il plauso unanime della comunità scientifica. Così non è.
145 docenti strutturati, in un loro appello, hanno sottolineato la distorsione di questa rappresentazione, riaffermando che la ricerca è lavoro e quindi, qualunque rapporto di lavoro per ricercatrici e ricercatori a termine o a progetto, deve essere inquadrato in un normale rapporto di lavoro a tempo determinato. In due giorni questo appello ha raccolto oltre 1.500 sottoscrizioni nel mondo universitario, e la raccolta prosegue.
“Le voci di preoccupazione e contrarietà rispetto a questo provvedimento si stanno moltiplicando, non solo tra i precari” sottolinea Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL. “Riteniamo inaccettabile – aggiunge – la moltiplicazione del precariato e l’uso di figure atipiche, con scarse tutele e a basso costo, si scaricano così sui giovani la grave inadeguatezza dei finanziamenti e i tagli operati nell’ultimo anno”.
“Ci auguriamo – conclude Fracassi – che la discussione ora in corso alla Camera modifichi questi indirizzi e, in ogni caso, presenteremo anche alla Commissione Europea le ragioni di chi ritiene questo provvedimento un grave passo indietro rispetto ai principi sanciti dalla riforma del 2022, allora inserita nel PNRR”.