25 aprile, Festa della liberazione dell’Italia dal nazifascismo: lettera del prof. Labella ai suoi alunni

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Cara Viviana, caro Christian,
cari tutti le migliaia di mie studentesse e di miei studenti,
tra poco è il 25 aprile e dalle nebbie del passato riemerge il vostro vecchio prof. di Diritto. Quello che vi rompeva l’anima con lo studio, la necessità dello studio della storia costituzionale italiana.
Quello che vi ammorbava col commento della Costituzione, quello che vi spiegava che se i padri Costituenti avevano scritto nell’art.17 che “I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente” ma avevano aggiunto una apparentemente ridondante espressione “e senza armi” era perché volevano ci si ricordasse della Marcia su Roma del 28 ottobre 1922 che aveva portato il fascismo al potere.
E ancora scrivendo nell’art. 21 che “La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure” era sempre al fascismo che ci si riferiva.
Il vostro prof. vi rompeva perfino con le Disposizioni transitorie e finali della Carta per farvi leggere la XII, quella che prevede che “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga all’articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall’entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista.”
Queste cose voi a suo tempo le avete studiate ma evidentemente il Presidente del Senato La Russa no.
Perché se la seconda carica dello Stato dichiara testualmente che “nella Costituzione non c’è alcun riferimento all’antifascismo” dice una cosa non vera.
Dice una cosa che si spiega solo con la circostanza che se uno come Ignazio Benito La Russa conserva a casa il busto dell’altro Benito, di Mussolini, non può che scrivere una non verità.
La non verità che Teresa, Antonio, Viviana Christian e le migliaia di miei studenti sono in grado di capire. Ed è per questo che in occasione del 25 aprile vi ho pensato ed ho pensato di scrivervi.
Per ricordarvi che la Costituzione non sarebbe stata scritta se non ci fosse stato il 25 aprile.
Per ricordarvi che se non ci fosse stato il 25 aprile il vostro prof. non avrebbe potuto rompervi con la storia costituzionale italiana, quella della Marcia su Roma, del delitto Matteotti, delle Fosse Ardeatine e della Liberazione dal nazifascismo.
Per ricordarvi che se non ci fosse stato il 25 aprile , semplicemente sareste rimasti ignari ed ignoranti sul fascismo e sulla necessità di combatterlo allora ed ora.
Ma per fortuna siete rimasti studenti che la Costituzione l’hanno anche studiata oltre che capita. Magari non diverrete Presidente del Senato o Ministro dell’Agricoltura ma non ve ne rammaricate: l’importante è che sicuramente siete antifascisti.
E perciò democratici.
Buon 25 aprile ragazzi!
Il vostro vecchio prof. Franco Labella