A proposito di percorsi accademici abilitanti all’insegnamento. La scuola piemontese, le giovani generazioni, i precari, gli insegnanti non devono ancora una volta pagare per tutti!

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A cura della FLC CGIL Piemonte

il sistema universitario piemontese non sta dando risposte adeguate alle necessità di formazione per i percorsi abilitanti. Dichiara Luisa Limone, Segretaria generale FLC CGIL Piemonte: “Pur sostenendo pienamente l’importanza dell’elevata qualità dell’offerta formativa accademica è indispensabile ribadire che essa non potrà mai avere una corretta attuazione se diviene, contraddittoriamente, motivo di riduzione degli accessi al percorso di abilitazione e delle possibilità per i giovani  di divenire insegnanti e mette nelle condizioni di doversi avvalere per necessità delle università telematiche private. La carenza di docenti abilitati e specializzati, l’alto ricorso al precariato e le ricadute sulle comunità educanti a livello locale sono temi che devono riguardare le scelte da parte delle Università e che impegnano tutti a dare soluzione. Per questo, unitariamente con i Segretari di Cisl scuola e UIL scuola RUA, con FLC CGiL al tavolo tecnico regionale, è stata pubblicata e duffusa una lettera aperta.

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Lettera aperta alle Università e alle Istituzioni piemontesi
FLC CGIL CISL Scuola Uil Scuola Rua

La scuola piemontese, le giovani generazioni, i precari, gli insegnanti
non devono ancora una volta pagare per tutti!

Di fronte a una pluriennale carenza in Piemonte di insegnanti abilitati e di insegnanti specializzati sul sostegno e al continuo ricorso a personale precario, il sistema universitario regionale pubblico, in particolare l’Università degli studi di Torino, cui dalla Legge è demandato il compito di attivare i nuovi percorsi universitari di formazione e abilitazione all’insegnamento ha comunicato la non attivazione dei percorsi per i docenti che intendono conseguire un’altra abilitazione e di aver lasciato in via di definizione i corsi da 60 CFU, quelli che riguardano i neo laureati e i più giovani.

In Piemonte l’Università di Torino, dunque, anziché considerare la condizione di emergenza, impegnarsi a dare soluzione e rispondere alle nostre ricorrenti richieste, a partire dal tavolo regionale tecnico di cui siamo componenti, FLC CGIL – CISL scuola – UIL Scuola RUA con USR e Istituzioni, propone un numero di corsi limitato oppure, ove proposti, come nel caso della specializzazione sul sostegno, un numero di posti disponibili insufficiente a rispondere ai bisogni della scuola.

In tal modo, oltre al procrastinarsi del ricorso al personale precario, si favorisce il ricorso alle università private e telematiche, governate queste ultime prima di tutto dalla logica del mercato e si fa venire meno l’apporto dello Stato e del sistema pubblico, di cui fanno parte le Università statali che rappresentano in questo caso le prime garanti della qualità dell’offerta formativa e della possibilità di accesso a percorsi abilitanti, condizione indispensabile per partecipare ai concorsi da docente e per la stabilizzazione del lavoro precario.

Denunciamo la scelta scaricare tutte le difficoltà di sistema legate all’attivazione di percorsi sui futuri docenti, sul personale precario, sulle giovani generazioni. Denunciamo il limite posto alla mobilità professionale del personale docente interna.  

FLC CGIL, Cisl scuola UIL Scuola RUA, con la ferma richiesta all’Università di Torino di un cambiamento di direzione e di una maggiore apertura riguardo all’accoglienza dei bisogni della scuola e dei docenti, ribadiscono la disponibilità ad un’azione coordinata e congiunta con tutte le Istituzioni verso il MIM e il Governo per dare supporto alle università piemontesi affinché siano date adeguate condizione di attivazione d percorsi accessibili nel numero e di adeguata qualità formativa e chiedono una presa di posizione e un intervento a favore da parte delle Università e delle Istituzioni locali


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