DaD o settimana corta? In tempi di crisi non si taglia il pane

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L’agenzia di stampa AdnKronos ha sentito il segretario nazionale FLC CGIL, Alessandro Rapezzi, sulla proposta di utilizzare la didattica a distanza per far fronte ai problemi energetici di questo inverno.

Roma, 29 ago. (Adnkronos) – “La scuola non si tocca”. Alessandro Rapezzi, segretario nazionale della Flc Cgil, non usa mezzi termini per bocciare la proposta della settimana corta o della Dad al sabato per far fronte ai problemi energetici di questo inverno, definendola “una follia”. “In tempi di crisi – afferma con forza – non si taglia il pane”. “Stiamo affrontando il terzo anno scolastico con i problemi della pandemia – sottolinea Rapezzi all’Adnkronos – e dobbiamo affrontare i problemi secondari dell’epidemia cioè tutto quello che la dad ha prodotto in termini di isolamento e mancata socializzazione. Tutti, a parole, sono concordi e dicono che c’è bisogno di più scuola – evidenzia – anche il governo nelle ultime linee guida ribadisce che la scuola è solo in presenza e che solo in una situazione di emergenza si potrà contemplare il ricorso alla Dad e qualcuno, in maniera non richiesta – sottolinea – evoca la dad per affrontare il tema del risparmio energetico. E’ una follia”. “Sicuramente – aggiunge – è opportuno adottare misure di contenimento, che potrebbero anche vere una valenza pedagogica, come l’abbassamento di un grado, ragioniamo di isolamento termico. Ma – denuncia – la guerra è iniziata da sei mesi e in questo periodo non si è fatto nulla. Se si dice che la scuola è una priorità , ci si deve dirigere verso altri settori della Pa che possono fare il lavoro da casa. Ma la scuola, la cultura e i luoghi di aggregazione vanno difesi con le unghie e con i denti”. “Si facciano altre proposte – ribadisce – si intervenga sulla speculazione sul costo, che si usino gli extraprofitti per tenere aperta la scuola. Se è una priorità lo deve essere sempre, non si può procedere ‘a targhe alterne’. Questa proposta è di una gravità assoluta. Si usino i fondi del Pnrr per adeguare gli edifici, per l’efficientamento energetico, contro gli sprechi”. Giù le mani dalla scuola – conclude – diciamo di investire sulla scuola e si continua a tagliare”.


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