A cura della FLC CGIL Piemonte
In Piemonte occorre aumentare il numero degli insegnanti invece di limitare gli accessi all’università, a Scienze della formazione, come nell’attuale decreto n. 1027 del 4 agosto 2023 con cui si definiscono i posti disponibili a livello nazionale per le immatricolazioni al corso di laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria per l’anno accademico 2023/2024 – al 20 settembre le prove a risposta multipla (!) per l’accesso.
La possibilità di accesso a insegnare deve essere data, essere aperta, accessibile e non preclusa, oltre tutto con quesiti a risposta chiusa di risultato e valore ampiamente opinabili. L’accesso all’insegnamento, almeno il potersi mettere alla prova, non devono trasformarsi in un percorso a ostacoli per le nuove generazioni.
Il fondamentale compito di preparare i futuri insegnanti deve restare principalmente all’università pubblica.
L’accesso chiuso alla università pubblica e la contestuale apertura per la prima volta prevista anche alle università telematiche e alla formazione on line, ad esempio LINK Campus, in via di accreditamento, con ben 440 posti, assegna un privilegio al mercato e non al bene comune.
Il numero di insegnanti della scuola primaria e infanzia e nella scuola secondaria poi nella nostra regione è in costanza non adeguato e il numero chiuso non risponde affatto ai bisogni della scuola piemontese. La sola risposta concreta ricevuta a oggi con il decreto 1027 è l’apertura alle università telematiche, non si legge di investimenti e supporto alle università pubbliche.
Stiamo intervenendo a livello sindacale unitario e interpellando da tempo l’università di Torino, con l’USR, la Regione, la Città metropolitana, per valutare i problemi logistici e gli spazi e coniugare le apprezzate esigenze di qualità formativa.
L’impegno della FLC CGIL è ottenere soluzione con una programmazione che abbia come obiettivi la piena facoltà di scelta e accesso alle studentesse e agli studenti nel sistema delle Università del Piemonte e la massima risposta ai bisogni delle scuole, requisiti coesistenti e garanti entrambi della qualità dell’offerta formativa della scuola pubblica e di stato, della centralità del ruolo delle Università e della volontà politica di darne possibilità e attuazione.
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