Organici scuola 2023/2024: docenti, contingenti inadeguati e mancanza di investimenti

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Venerdì 3 marzo 2023 si è svolto presso il Ministero dell’Istruzione e del merito, il tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali sul decreto che definirà le dotazioni organiche del personale docente dei posti comuni, di sostegno e di potenziamento per l’anno scolastico 2023/2024.

L’Amministrazione per affrontare il confronto ha fornito ai sindacati una serie di dati utili a confermare la necessità di incremento dell’organico e non di semplice mantenimento.

Per i posti comuni e di potenziamento in organico di diritto, è confermato il contingente numerico complessivo attualmente in dotazione, mentre l’organico del sostegno risulta incrementato di 9.000 posti, per effetto della legge di bilancio 2021, determinando così una estensione dell’organico a 126.170 posti. Un incremento che non risolve il problema della precarietà che, per stessa ammissione dell’Amministrazione, ha riguardato nel 2022/2023 più metà dei docenti di sostegno, assunti su posti autorizzati in deroga. Si suggerisce, nella stima dei posti necessari, di tenere conto oltre che del numero di alunni con disabilità, anche del tempo scuola frequentato.

Dai dati consegnati dall’amministrazione si evince che l’insegnamento aggiuntivo dell’educazione motoria da parte di docenti “esperti”, esteso dal prossimo anno scolastico alle classi quarte della primaria, viene attivato ad invarianza di organico mediante compensazione con i posti necessari per costituire le classi in deroga al DPR 81/2009.
Questo elemento aggrava gli effetti del provvedimento che, oltre a destrutturare il modello organizzativo-didattico della scuola primaria, va ad impoverire le risorse organiche destinate a creare condizioni di miglioramento del sistema scolastico, attraverso la riduzione degli alunni per classe.
Abbiamo chiesto all’Amministrazione di esplicitare nel decreto indicazioni relative alle ore di servizio dei docenti di educazione motoria, che devono obbligatoriamente comprendere la programmazione settimanale, e di specificare che il pacchetto orario è “aggiuntivo” nelle classi a tempo ordinario e che, nelle classi a tempo pieno, l’attività si svolge in compresenza.
Abbiamo sottolineato inoltre che l’esclusione delle pluriclassi dalla stima dei docenti destinati a tale insegnamento rappresenta un’ingiustificata discriminazione nei confronti di bambine e bambini che provengono da realtà territoriali in molti casi già di per sé deprivate.

Si rileva inoltre una riduzione di circa mille docenti di scuola dell’infanzia, non giustificabile, a nostro parere, alla luce del calo demografico in quanto permangono in molti territori “liste di attesa” determinate dalla carenza di disponibilità nelle scuole statali e molte sezioni funzionanti ad orario ridotto.

Abbiamo sottoposto infine all’attenzione dell’Amministrazione, chiedendo di farsene carico, il dato relativo a dispersione e abbandono scolastico degli alunni con cittadinanza non italiana che emerge dal decremento delle iscrizioni nei passaggi alla scuola secondaria.

Chiaramente l’Amministrazione è stata rigida nel confermare che qualsiasi soluzione si adotti deve avvenire ad invarianza della spesa e quindi all’interno dell’organico assegnato. Per cui nonostante le richieste di incremento e rimodulazione dell’organico da parte dei sindacati, l’Amministrazione ha ribadito che solo attraverso la flessibilità che ciascuna regione può utilizzare, possono essere individuate soluzioni, vista la necessità di non incrementare le risorse.

La nostra posizione

Il confronto si chiude con la piena insoddisfazione delle organizzazioni sindacali che non vedono accolte le proprie richieste. In apertura la FLC CGIL ha evidenziato come l’istituto del confronto non possa essere vissuto come un semplice atto burocratico ma che deve vedere le parti venirsi incontro. Troppo spesso come successo negli ultimi anni, si ha l’impressione che in realtà non si voglia davvero accogliere e confrontarsi sui contenuti, ma che si presentino “pacchetti” preconfezionati. A fronte di una situazione che ha visto lo scorso anno scolastico l’autorizzazione di 8.741 posti per le deroghe al numero degli alunni per classe, in questo anno, vista l’attivazione della motoria nella scuola primaria, ci sarà una contrazione di 2.737 posti sulle deroghe al DPR 81/2009. Pensiamo che questo sia un impoverimento della qualità della scuola. Inoltre, la scuola primaria e la scuola dell’infanzia, dietro l’alibi del calo demografico, pagano un prezzo alto in termini di organici e di tempo scuola che non viene adeguatamente incrementato.

Anche quest’anno si conferma l’inadeguatezza dell’organico e mancanza di investimenti sulla scuola e la coazione a ripetere di semplici operazioni contabili senza alcuna riflessione pedagogica. Si continua a rinnovare “ad invarianza di risorse” scommettendo sulla denatalità con la logica conseguenza di impoverimento del sistema pubblico di istruzione che perde un’altra occasione per fare interventi nella direzione della riduzione della dispersione scolastica, come ad esempio la riduzione del numero di alunni per classe e.

La discussione si sposta ora nelle Regioni, dove eserciteremo il nostro ruolo di partecipazione attiva ai tavoli di confronto.


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