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Un emendamento al Disegno di Legge sul voto di comportamento nella scuola secondaria introduce una modifica importante al modello di valutazione in vigore oggi nella scuola primaria dopo la “riforma” del 2020. L’emendamento è presentato dal Governo e, a meno di imprevisti dell’ultima ora, verrà sicuramente accolto. Ecco cosa prevede la disposizione: “A decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, la valutazione periodica e finale degli apprendimenti, ivi compreso l’insegnamento di educazione civica, delle alunne e degli alunni delle classi della scuola primaria è espressa con giudizi sintetici correlati alla descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti. Le modalità della valutazione di cui al primo e al secondo periodo sono definite con ordinanza del Ministro dell’istruzione e del merito.”
Contemporaneamente viene abrogato il comma 2 bis dell’articolo 1 del Decreto Legge 22/2020 che così recita: “La valutazione periodica e finale degli apprendimenti degli alunni delle classi della scuola primaria, per ciascuna delle discipline di studio previste dalle indicazioni nazionali per il curricolo è espressa attraverso un giudizio descrittivo riportato nel documento di valutazione e riferito a differenti livelli di apprendimento, secondo termini e modalità definiti con ordinanza del Ministro dell’istruzione”.
La sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti ha parlato del ritorno ai voti numerici. Il ministro Giuseppe Valditara ha, invece, in un’intervista a “Il Messaggero” detto: “Al di là del giudizio analitico, vogliamo che alle elementari le valutazioni siano chiare, semplici: ottimo, buono, discreto, sufficiente, insufficiente, gravemente insufficiente”.
Non è chiaro, ad oggi, se l’espressione “giudizi sintetici” significherà un ritorno al 4,5, 6,7,8 etc o a scarso, insufficiente, sufficiente etc.
Le “pagelle” attuali non rendono certo onore all’idea messa in campo dal legislatore nel 2020 quando puntava ad un “giudizio descrittivo” perché riportano una sintesi altrettanto lacunosa del processo di apprendimento di un bambino ma sono un traguardo positivo rispetto al passato quando imperavano numeri che cristallizzavano il giudizio.
Valutare significa dare valore, la valutazione ha la finalità più ampia di dare valore al percorso di apprendimento di ogni singolo alunno che deve tener conto del contesto da cui proviene, dello stato di partenza, delle difficoltà incontrate (la mancata continuità didattica, ad esempio, dovuta al precariato) a causa della stessa Scuola. Valutare non è di certificare, attestare, rendicontare ma “descrivere” il cammino umano e pedagogico di uno studente.
L’emendamento al Disegno di Legge non va in questa direzione. Se andrà in porto si tratterebbe del quarto cambiamento a partire dal 2008: fino a quell’anno si usarono i giudizi, poi si passò ai voti, nel 2020 vennero introdotti i giudizi descrittivi e a partire dal 2024 si useranno i giudizi sintetici.
Il Ddl in questione (924-bis) è stato presentato in Commissione Cultura e Istruzione del Senato a novembre e rischia di diventare Legge dello Stato in tempi così rapidi da non consentire un serio confronto con il mondo della Scuola: insegnanti, dirigenti, pedagogisti, educatori, psicologi, associazioni di genitori, sindacati, etc.
Per questo il nostro APPELLO al Governo e al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è quello di fermare questo “colpo di mano”.
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