Collettiva.it
Giorgio Sbordoni
Nel brodo di coltura che questo governo di estrema destra alimenta ogni giorno con una campagna elettorale permanente, cresce il batterio dell’intolleranza. Cresce e non guarda in faccia a nessuno, neanche ai piccoli studenti dell’Istituto Iqbal Masih di Pioltello, diventato da giorni il centro del mondo. Se non fosse una vicenda reale, che sta realmente accadendo a colpi di polemiche su giornali e tg, nelle quali si è tuffato con entusiasmo persino il ministro del Merito (?) e dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, sembrerebbe uno di quei dramedy con cui alle volte film o libri tentano di spiegare al grande pubblico quanto sono brutti e patetici il razzismo e la discriminazione e quanto può essere edificante seppellirli con una risata da lieto fine.
Purtroppo è tutto vero. Per fortuna è reale la lungimiranza dei dirigenti scolastici che avevano deciso di anticipare di un giorno a settembre la ripresa delle lezioni per guadagnare un giorno di festa il 10 aprile, ultimo giorno di Ramadan, e regalare ai tantissimi studenti di professione musulmana la possibilità di sentirsi perfettamente integrati e a casa loro e poter passare con i genitori un momento così importante per le tradizioni e la cultura d’origine così come succede per i cattolici a Natale. Lungimiranza aiutata dal fatto che in questa cittadina di oltre trentamila abitanti dell’hinterland milanese un residente su 4 è migrante o figlio di migranti e con gli oltre 100 stati presenti nel melting pot ci si potrebbe fare almeno un mezzo giro del mondo.
Dunque, Pioltello laboratorio di futuro e modello di integrazione? Neanche per sogno. L’intero arco della destra, parlamentare e non (ma non è che si notino poi chissà quali sfumature di pensiero) è insorta chiedendo che questa decisione venisse cancellata. Dai muscolari striscioni appesi – senza rispetto per la sensibilità dei ragazzi – dai militanti del Nucleo Autonomo Mobile, comunità aderente alla Rete dei Patrioti, “Scuola italiana mai musulmana. Vietato chiudere” a quello di Gioventù nazionale: “Si scrive inclusione. Si legge sottomissione”, fino al salto di specie che si declina nel goffo tentativo paternalistico del ministro Valditara che si è scomodato a presentare i dati sul livello di apprendimento degli studenti della Iqbal Masih rispetto alle medie lombarde, dimenticando evidentemente che la metà circa di questi alunni a casa parla la lingua di origine che ne allunga, gioco forza, la curva di apprendimento.
Tant’è, per il membro del governo Meloni le otto ore di didattica del 10 aprile diventano esiziali per raddrizzare questa curva. E siamo tutti più sereni al pensiero che il ministro, evidentemente, passi le notti insonne a leggere con attenzione i dati sull’apprendimento degli studenti di ogni singolo istituto su suolo italico, anche, ci auguriamo, quelli delle zone del Paese dove tra abbandono scolastico, livelli di povertà e analfabetismo di ritorno, ci vorrebbe un supplemento di analisi e di attenzione per capire come dare una svolta ai risultati.
In mezzo a tutto questo baccano oggi, 25 marzo, la FLC, la federazione dei lavoratori della conoscenza della CGIL, e la Camera del Lavoro di Milano si sono date appuntamento per un presidio davanti alla Iqbal Masih, in attesa della conclusione dei lavori del collegio docenti e del Consiglio d’Istituto che si pronuncerà sulla chiusura del 10 aprile che tanto scandalo ha destato tra le fila del governo.
“La scuola è sotto pressione e sotto processo – hanno scritto la FLC CGIL e la Camera del Lavoro in un comunicato congiunto –. Docenti e dirigenti faticano a preservare la serenità dei bambini mentre vengono attaccati da alcuni partiti alla ricerca di un voto in più, forze dell’estrema destra minacciano ed espongono striscioni inaccettabili, così come inaccettabili sono alcune dichiarazioni rese in questi giorni sugli esiti delle prove Invalsi. Sono strumentalizzazioni”.
“La Camera del Lavoro e la FLC saranno in presidio a sostegno dell’autonomia della scuola, contro tutte le derive intolleranti. Non dimentichiamoci che la scuola è abitata da bambini e ragazzi che hanno diritto a vivere un’esistenza serena e pacifica, che deve essergli garantita dalla comunità che li circonda. Dirigenti, insegnanti e tutto il personale scolastico hanno lo stesso diritto”. Il presidio avrà inizio alle ore 17 presso la sede di Limito dell’Istituto, via Molise 1. Alle 18.30 si sposterà presso la sede di Pioltello, via Iqbal Masih 7. Con il fiato sospeso, in attesa di capire se il buon senso avrà la meglio in questa battaglia culturale o un eia eia alalà ci seppellirà.
clicca qui per andare all'articolo originale