“No alla scuola delle Regioni”

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In particolar modo preoccupano le ricadute sulla scuola. Infatti, continua l’appello, “attraverso le intese regionali si prevede che si possa giungere a far diventar le norme generali sull’istruzione – oggi legislazione esclusiva dello Stato – oggetto di legislazione concorrente”. Il che significherebbe “regionalizzare” e quindi differenziare le norme che disciplinano le finalità della scuola e che – al contrario – dovrebbero essere applicabili in tutto il territorio nazionale in modo uniforme”.

Facendo appello alla Costituzione, la Flc e gli altri sindacati ricordano che essa attribuisce al sistema scolastico “valenza necessariamente generale e unitaria che identifica un ambito di competenza esclusivamente statale”.

Per le organizzazioni sindacali “esiste un tema che chiama direttamente in causa la missione principale della scuola ovvero la costruzione della cittadinanza, la condivisione di valori e il senso di appartenenza, che fondano la convivenza democratica. Questo ruolo del sistema di istruzione statale sarebbe inevitabilmente pregiudicato da una scelta regionalistica e territorialistica. Per queste molteplici ragioni crediamo che tutto ciò vada scongiurato”.

La richiesta esplicita dei sindacati è una sola: “Si tenga la scuola ‘organo costituzionale’ fuori dal processo tracciato dal Ddl n. 615. Perché nella scuola – unica nelle finalità, nazionale nell’ordinamento, uguale nei diritti dell’alunno – risiede la nostra appartenenza alla comunità nazionale, il nostro orgoglio di essere europei in quanto italiani e italiani in quanto europei”, si conclude l’appello.


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